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Visualizzazione dei post da gennaio, 2021

I fiocchi di neve

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La terza domenica di gennaio è la Giornata Mondiale della Neve, e la celebriamo esplorandone qualche curiosità scientifica . La neve è una precipitazione atmosferica di cristalli di ghiaccio, piccole strutture di acqua allo stato solido. Questi si formano quando il vapore acqueo si trova a temperature così basse da ghiacciare ( brinamento ), ottenendo una struttura esagonale sulla quale il vapore si condensa formando creste e picchi. Nella lingua degli Inuit, l' Inuktitut , esistono circa 22 diverse parole per riferirsi alla neve . Ad esempio, qanik è la neve che cade, qinu il ghiaccio scivoloso vicino al mare e illusaq (che significa "ciò che può diventare una casa"), che indica in generale i materiali da costruzione, può indicare la neve rigida e malleabile che viene utilizzata per costruire gli igloo. In genere i cristalli di neve sono asimmetrici . La loro forma dipende essenzialmente da umidità e temperatura: una minima variazione ambientale comporta cambiamenti n

"ll mago dei numeri", Hans Magnus Enzensberger

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Teoricamente, questo libro sarebbe destinato ai ragazzi. E sicuramente è un pubblico adatto: la matematica viene introdotta in modo simpatico, per mezzo di una storia originale, e accessibile, grazie alla scrittura semplice, ricca di esempi vicini al lettore, accostata a disegni esplicativi. Nella pratica, anche gli adulti possono amare questo testo. L'ho letto diverse volte e lo farò ancora, perché ne emerge davvero il fascino della matematica, con suoi aspetti purtroppo poco conosciuti. Un mezzo (ma anche un intero) per avvicinarsi a questa materia apparentemente ostica, che ha tanto da dare, e ai suoi artefici.

La Scienza non è una Dea

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Purtroppo, spesso la scienza viene presentata come qualcosa in cui va posta ciecamente fiducia. Menzionarla funziona un po' come un bollino di garanzia - un trucco usato per portare avanti tesi pseudoscientifiche e promuovere la vendita di prodotti . Come se credere ai dati scientifici (o a quanto viene da essi dedotto) fosse una religione, che alcuni chiamano scientismo . In realtà, la scienza è una cosa raramente certa e sempre evolvibile , perché i metodi possono affinarsi, le osservazioni statistiche essere meglio definite e le conoscenze accumularsi dando conclusioni più vicine alla verità. Infatti, la scienza si basa su un metodo molto efficace (sebbene non perfetto), che può dare adito a confusione agli occhi dei meno esperti. Il suo nome è "metodo di falsificazione delle ipotesi", e si fonda su una teoria del filosofo Karl Popper, secondo il quale è impossibile determinare una verità - si può solo escludere qualcosa di falso. Una teoria scientifica è ritenuta scie

Perché diventare un divulgatore scientifico? (E perché non farlo?)

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Quando si parla di divulgazione scientifica saltano alla mente figure tanto diverse come Piero Angela o Barbascura X. Due esempi che rappresentano modi opposti di vivere la comunicazione della scienza, mostrando appena uno sprazzo delle mille sfumature che può assumere questa professione. Io ho scoperto di voler fare la divulgatrice scientifica grazie a un seminario. Un giornalista scientifico esponeva le difficoltà di questo mestiere, e io ne sono rimasta conquistata: come un'epifania, ho capito che non poteva che essere la mia strada. Per sfruttare al meglio tutto il mio percorso formativo, per esprimermi e per scoprire sempre. Certo, come tutte le professioni ha i suoi aspetti negativi. Che per me non sono assolutamente importanti, ma per te che stai leggendo potrebbero risultare esserlo. Così voglio darti qualche spunto per capire se questa strada può davvero fare per te. Perché diventare un divulgatore scientifico Questa professione consente di imparare sempre , aprendo la men

Curiosità sui gemelli

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I gemelli sono fratelli che nascono da uno stesso parto. Possono essere identici, e cioè condividere lo stesso DNA, se si originano da una cellula uovo fecondata dallo stesso spermatozoo (ovvero lo stesso zigote, per cui si dice gemelli monozigoti ); oppure essere come fratelli, e quindi condividere solo il 25% circa di DNA, perché originati da due zigoti diversi ( gemelli eterozigoti )... o addirittura avere meno DNA in comune perché figli di padri diversi, nel fenomeno noto come superfecondazione eteropaternale [1]. La gemellarità è un fenomeno molto diffuso in natura: la  strategia riproduttiva k  è quella che punta a produrre una enorme quantità di figli affinché ne sopravviva il maggior numero possibile, e questo implica, ovviamente, che i parti plurigemellari siano all'ordine del giorno. Il record assoluto appartiene al  pesce luna : una femmina di  Mola mola  può infatti deporre, in una volta sola, fino a 300 milioni di uova [2]. Ma l'uomo rientra nel caso della meno

"Cosa accadrebbe se?: Risposte scientifiche a domande ipotetiche assurde" - Randall Munroe

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A partire da domande spesso impensabili (ma provengono da utenti veri!), elementi di fisica, biologia e tante altre scienze. Con un pizzico di Star Wars. Interessante, divertente, zeppo di curiosità spiegate in modo accessibile, con esempi carini e alla mano. Consigliato a tutte le persone curiose, oltre che agli amanti della scienza e ai nerd!

Un potenziale nuovo strumento per fronteggiare l'Alzheimer

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Un risultato potenzialmente molto importante per la lotta all’Alzheimer. Un gruppo di ricercatori dell' Università di Lund , Svezia, ha sviluppato un modello che può predire la comparsa di questa malattia entro quattro anni, combinando un esame del sangue con alcune informazioni sul paziente: età, genere, livello di educazione e le sue prestazioni in un test cognitivo di base. Un metodo specifico, veloce e accessibile, che consentirebbe una diagnosi certa e rapida. Con risparmi economici e aumenti nella qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Attualmente, infatti, la diagnosi è certa soltanto quando la persona viene a mancare, in genere entro circa sette anni dall’insorgenza dei primi sintomi. Prima di allora si parla di Alzheimer probabile o possibile, sospettato tramite numerosi (e costosi)  esami . Come mai? Il disturbo scoperto da Alois Alzheimer nel 1907 è soltanto uno tra i molti tipi di demenza esistenti, anche se ne costituisce la maggioranza dei casi (70% circa)